da WineMeridian 

I consigli dell’esperto di social media marketing Paolo Errico

I social media sono l’intermediazione virtuale tra la rete e le relazioni interpersonali, terreno fertile per le aziende che sanno ascoltare e interpretare le necessità dell’utente 

Il racconto aziendale deve passare attraverso i social media. Il valore del brand, declinato nei vari canali di comunicazione che la rete mette a disposizione, raggiunge la sua massima incisività quando è frutto di un racconto eterogeneo e sfaccettato.
I social media sono fondamentali in quanto rappresentano un punto di ascolto privilegiato della rete, l’intermediazione tra la freddezza del web (inteso come semplice banca dati) e le vere relazioni interpersonali. Da questo punto di vista i social media diventano la modalità preferenziale per comunicare direttamente con il cliente, senza i filtri di un ufficio stampa, segreterie, appuntamenti e attese snervanti. La maggior parte dei social media sono lo-fi, a basso grado di fedeltà, abbassano cioè quel muro di autorità che di solito separa l’azienda dal proprio utente, specialmente se questi sono ancora alla fase di prima conoscenza. Il contatto diretto permette, inoltre, di calibrare le risposte all’esigenza del cliente. Il dubbio di un utente può essere il dubbio di molti, dunque una risposta pubblica, laddove possibile, può rivelarsi universalmente efficace.

Ma delle decine e decine di social media esistenti, su quale bisogna orientarsi? Tutti, uno, nessuno? Dipende. Dipende da tre fattori principali:
1 I nostri obiettivi. Vogliamo raccontare l’aspetto relativo alla produzione e alla fase di creazione della qualità? Aprire un canale YouTube rimane la scelta più saggia. Se invece, come azienda, siamo interessati a cercare nuovo personale, senza dover necessariamente interfacciarsi con un’agenzia interinale, allora è Linkedin che fa al caso nostro.

2 Il nostro target. A chi ci rivolgiamo, con quali persone vogliamo interagire? Se siamo una piccola testata giornalistica locale, una buon utilizzo della propria pagina Facebook è utile per attivare una campagna di advertising (a pagamento), selezionando il nostro pubblico (età e genere i filtri principali) e l’area geografica che si vuole coprire.

3 Il tempo e i budget che possiamo investire nel nostro progetto. Se disponiamo di poche risorse ma di molta voglia di fare, Twitter fa al caso nostro. Possiamo fornire micro-aggiornamenti con testo, foto e video, diffondendo in modo veloce offerte e promozioni. Se, per esempio, fossimo un’azienda che produce alimenti per celiaci, oltre ai nostri tweet, possiamo diventare autorevoli se proponiamo attività ed esperienze legate al mondo delle intolleranze: ristoranti e pizzerie con menù per celiaci, consigli degli esperti, studi di settore e così via.

La liquidità del brand si percepisce anche dalla sua capacità di diramarsi nei canali social a disposizione, capendo su quali puntare per differenziarsi rispetto alla concorrenza. Mantenere viva la propria identità social è sinonimo di preparazione alla vendita, fidelizzazione e garanzia di successo.