da Wine Meridian

E’ necessaria un’educazione digitale aprioristica, una forma mentis che sia in grado di cogliere le potenzialità e i rischi del mondo social e saperli sposare con le virtù, spesso notevoli, della propria realtà aziendale.

Sono molte le strade che ogni realtà aziendale dovrebbe percorrere per raggiungere i propri obiettivi e soddisfare la propria mission. Una di queste è la comunicazione esterna. Comunicare la propria azienda al mondo esterno è forse una delle strategie di marketing che più vengono sottovalutate dagli imprenditori nostrani. È convinzione comune che la comunicazione sia qualcosa con cui riempire i ritagli di tempo e in cui non valga la pena investire personale e denaro. Ovviamente il mondo interconnesso che ci circonda prevede alcune rigide logiche da rispettare se si vuole dominare il mercato, o quantomeno restare a galla, e basta una veloce analisi per realizzare che la realtà dei fatti ripaga coloro che invece decidono di dedicare un’importante componente delle proprie forze a questo tipo di attività.

Ai giorni d’oggi, la comunicazione si svolge soprattutto (ma non solo) in rete e non essere presenti online, non prevedere una qualsiasi forma di partecipazione in questo ambito, è una decisione rischiosa e difficile da sostenere per qualsiasi tipo di azienda. Il primo passo consiste nell’avere un proprio sito web, a supporto e a divulgazione del quale giungono poi i Social Network. Ma ancora prima di ciò, c’è quella fase fondamentale e imprescindibile che viene chiamata pianificazione editoriale, che sostanzialmente consiste nello stabilire una propria strategia che vada a individuare cosa comunicare, come comunicarlo, quando comunicarlo e, certamente non meno importante, a chi comunicarlo. Si tratta di un passaggio imperativo nel quale è bene ricordare che, così come per altre figure professionali, comunicatori non ci si improvvisa, e che soltanto una figura esperta, che vanti quindi esperienza nel settore della comunicazione digitale, sarà in grado di programmare un piano editoriale strutturato, coerente ed efficace.

Massima attenzione andrebbe prestata anche a quell’arma a doppio taglio che sono i Social Network. Soltanto perché tutti hanno un account Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Flickr e quant’altro, non vuol certo dire che tutti sappiano usarlo, e se poco importa ciò che postano e condividono privati e persone comuni, un’azienda che voglia farsi rispettare dovrebbe usare questi strumenti con criterio, che vale a dire metterli in mano a personale competente, con una specifica formazione nel settore. Chiaramente, la realtà delle aziende vinicole italiane non ha ancora fatto propri molti di questi concetti. Al di là di qualche caso isolato particolarmente felice, la sensazione generale è che, ancor prima di una strategia comunicativa ben strutturata, a mancare sia un’educazione digitale aprioristica, una forma mentis che sia in grado di cogliere le potenzialità e i rischi del mondo social e saperli sposare con le virtù, spesso notevoli, della propria realtà aziendale.

Paolo Errico

SocialMeter Analyisis