Parlare di social network non è solo parlare di Facebook, Twitter, Instagram e Google Plus, ma anche di tutto un ecosistema di piattaforme emergenti e di altre di nicchia, non conosciute dal grande pubblico ma che comunque registrano risultati significativi.

Come ad esempio aNobii, il social network dedicato al mondo dell’editoria.

aNobii nasce nel 2005 a Hong Kong, e per parecchi anni riscuote un tiepido successo, rimanendo relegato a pochi appassionati dei libri e della rete, e sopravvivendo grazie al passaparola fra pochi utenti. É nel 2009/2010 che il fenomeno esplode in Italia, e c’è già chi vede in aNobii un potenziale strumento per incrementare e diffondere la pratica della lettura in un paese che finora era stato abbastanza debole (pochissimi lettori forti e moltissimi, troppi, non lettori, persino tra gli universitari).

aNobii, per chi non lo sa, funge da “disintermediatore” dei consigli del librario: un po’ come i blog, ormai però già in declino rispetto al boom dei primi anni, il social è una piattaforma di scambio di opinioni, di recensioni e di passaparola sul mondo del libro. Gli utenti possono gestire una sorta di libreria virtuale in cui aggiungere i volumi che possiedono o che stanno leggendo, accompagnandoli con recensioni e voti, consultare le librerie di altre persone – decidendo di seguirne alcune e ricevendone gli aggiornamenti (un equivalente del “segui” di Facebook)– e prendere così spunto riguardo nuovi libri da leggere, che possono essere aggiunti a una lista dei desideri.Il sistema calcola attraverso un algoritmo la somiglianza tra due librerie, permettendo di seguire gli utenti con gusti più vicini ai propri. Gli utenti possono scambiarsi commenti, inviarsi messaggi e iscriversi a gruppi tematici di discussione, che spesso diventano veri e propri gruppi di lettura.

A marzo 2014, Mondadori compra aNobiii, in un momento in cui il social conta 300 000 iscritti in Italia e un milione in tutto il mondo. Non le cifre di big come Facebook e Twitter, ma comunque numeri importanti se consideriamo che il pubblico a cui si rivolge non è esattamente un pubblico di massa. Come si può intuire, la piattaforma rappresenta un enorme potenziale per le case editrici, che possono testare l’andamento effettivo dei propri libri fra i fans, e fare un confronto fra le vendite nel mondo “reale”, e le condivisioni in quello virtuale. Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori, ha detto che «una piattaforma per ascoltare i lettori è fondamentale per la crescita del digitale nei libri e per la costruzione della casa editrice del futuro» (http://www.mondadori.it/Media/Comunicati-stampa/2014/MONDADORI-ACQUISISCE-ANOBII).

Oggi aNobii è ormai pienamente affermato: la pagina Twitter conta 21000 follower, con una frequenza e regolarità di tweet ragguardevoli rispetto altre pagine con contenuti simili, e il profilo Facebook raccoglie 79.775 “mi piace”.

Numeri che a breve andremo ad analizzare grazie al nostro strumento di monitoraggio SocialMeter.