I vantaggi dell’approccio umano-centrico nella formazione di giovani menti che si affacciano al mondo del lavoro con l’intervista a Giovanni Maffei, stagista che ha svolto un periodo di formazione in Maxfone e ha scoperto il suo interesse verso la Big Data Analysis.
Per molti studenti e per molte studentesse, il passo tra la scuola e il mondo del lavoro è una questione spinosa. Il percorso scolastico fornisce le basi teoriche di ciò che si andrà a mettere in pratica una volta concluso il ciclo di studi. L’ambiente scolastico è un’ambiente costruttivo, di condivisione, in cui si imparano le basi per il confronto e il dialogo e si prova a dare un significato oggettivo agli insegnamenti ricevuti.
Cosa succede però al di fuori delle aule? Come si traducono in pratica le nozioni acquisite durante gli anni di studio? A queste domande risulta difficile fornire una risposta precisa se non si è in grado di considerare diversi fattori che incidono sul percorso di vita e di formazione dei giovani. Tra questi: le attitudini personali e le esigenze del mercato generali.
Mentre le attitudini sono caratteristiche istintive, personali e immutabili (soggette ad essere perfezionate e riadattate nel corso degli anni ma sempre restando fedeli alla loro natura); le esigenze del mercato sono invece ponderate, riadattabili e mutabili (soggette a modifiche nel corso del tempo per via dei continui cambiamenti socio-economici a cui ogni epoca è sottoposta).
Ad unire queste due sfere ci pensa l’esperienza, un requisito fondamentale che sempre più aziende richiedono alle nuove leve. Ma l’esperienza non coincide solo con il sapere mettere in pratica ciò che si è imparato in precedenza. Esperienza significa anche il sapersi rapportare in contesti lavorativi variegati, con colleghi e colleghe di varia eterogeneità, saper lavorare in gruppo ed essere in grado di includere il proprio background formativo all’interno di team composti da diverse menti.
Ed ecco che gli investimenti a vantaggio della formazione di studenti e studentesse sono fondamentali per aprire un primo varco tra la teoria e la pratica capace di stimolare la curiosità dei giovani e aprire la strada a nuove prospettive. È il caso di Giovanni Maffei, attualmente studente di ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, che ha deciso di intraprendere questo percorso universitario in seguito a un’esperienza di stage in Maxfone.
LE ATTUALI EVOLUZIONI NEL MERCATO DEL LAVORO IN AMBITO TECNOLOGICO
Le competenze richieste oggi in ambito digitale portano sempre più giovani ad intraprendere percorsi di formazione mirati all’acquisizione di titoli specifici in grado di fornire risposta alle esigenze del mercato. Secondo una statistica Eurostat, l’ente che si occupa di fornire stime sull’evoluzione annuale dei lavoratori in ambito digitale, oltre 69,8 milioni di persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni lavorano in ambito scientifico e tecnologico.
Se a tale dato associamo una spiegazione sull’eventuale impatto dell’Intelligenza Artificiale generativa sul mercato del lavoro, ci renderemo conto di quali nuove competenze sono in effetti richieste. Nell’indagine conoscitiva sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro redatta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è riportato un dato interessante, estrapolato dal rapporto sul futuro del lavoro redatto dal World Economic Forum nel 2023: le competenze con il più alto tasso di richiesta da parte del mercato riguardano le conoscenze tecnologiche, ed in particolare IA e Big Data.
Secondo un ulteriore studio dal titolo “Next Generation DigITALY – Come promuovere l’integrazione e lo sviluppo di un ecosistema digitale per accelerare l’innovazione e la crescita del Paese”, a cura di The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia, il settore del digitale italiano conta 104.723 aziende e 526.000 occupati.
A partire da questi dati rilevanti, bisogna fare una considerazione sulle competenze reali da integrare nei percorsi formativi. Secondo il report “New Skills Now: Inclusion In The Digital Economy”, redatto da Accenture, saranno quattro le caratteristiche di cui si avrà sempre più bisogno in futuro:
- sinergia lavorativa tra uomo e tecnologia (le skills digitali richieste aumenteranno del 12%);
- cooperazione e collaborazione tra i vari strumenti digitali (sempre più aziende sfrutteranno in futuro le opportunità che il mondo delle tecnologie offre);
- formazione aziendale e ruoli task-based (saranno sempre di più i lavori che richiederanno una progettazione caratterizzata da compiti frammentati in più task da completare in sintonia con i vari profili professionali e comparti aziendali, per arrivare alla realizzazione finale);
- flessibilità e fluidità (due caratteristiche essenziali per imparare a gestire la tecnologia nei contesti lavorativi).
L’APPROCCIO UMANO-CENTRICO, COLLANTE TRA I LAVORATORI E IL MONDO DIGITALE
Comprendere le varie sfaccettature che compongono l’universo tecnologico richiede il coinvolgimento di una visione umanistica. Il motivo? Non perdere di vista valori, necessità e bisogni della persona nel processo verso l’innovazione.
Sono richieste sempre più qualifiche, aggiornamenti e competenze da aggiungere alla propria formazione. Per restare al passo coi tempi e non farsi cogliere impreparati dalla continua evoluzione è importante iniziare a predisporre un insieme completo di qualità trasversali, alleandosi con la principale protagonista del cambiamento di questi ultimi anni e del futuro: l’Intelligenza Artificiale.
L’approccio umano-centrico è fondamentale anche per mantenere un equilibrio sano, professionale e aperto tra i lavoratori in azienda. Ma cosa significa rapportarsi con un approccio umano-centrico? Quali sono le sue caratteristiche fondamentali? Essere aperti al confronto, al dialogo e alle esigenze di tutti i dipendenti sono le principali qualità che richiede tale apporto.
Ci fornisce un esempio Giovanni Maffei, giovane studente che in Maxfone ha portato a termine uno stage formativo durante la frequentazione del quarto superiore:
Maxfone pur essendo composta da circa quindici persone mi ha dato l’idea di essere una grande squadra e, anche se ne ho fatto parte per poco tempo, ho capito quanto ciascuno sia prezioso per la riuscita dei tanti progetti che vengono portati avanti. Nell’azienda ho trovato tante persone che fin da subito mi hanno accolto nel team, le cose che più mi hanno colpito sono state l’ambiente di lavoro basato sul dialogo e sulla collaborazione, anche grazie ad una responsabile attenta ai feedback e sempre disponibile; dei colleghi giovani con tanta voglia di lavorare, passione e preparazione ed infine il rapporto umano: fin da subito mi sono sentito parte del team e valorizzato.
La formazione pratica in contesti lavorativi incentiva gli studenti e le studentesse a migliorare le proprie skills comunicative e relazionali.
Sentirsi parte di un team stimola la curiosità, sprona l’impegno e aguzza l’ingegno. Il lavoro di squadra è un punto di forza delle aziende che investono in collaborazioni e percorsi formativi.
MAXFONE: UN PONTE TRA LA TEORIA E LA PRATICA. L’ESPERIENZA DI GIOVANNI MAFFEI
Giovanni Maffei ha sottolineato con particolare enfasi la decisione di intraprendere un percorso formativo universitario in seguito all’esperienza di stage in Maxfone. Entrando in azienda, il giovane studente di 19 anni, ha avuto l’opportunità di approfondire tematiche che nei banchi scolastici non aveva avuto modo di trattare.
L’esperienza pratica gli ha quindi dato la possibilità di sperimentare con mano i vari ambiti presenti all’interno di un’azienda che si occupa di innovazione e tecnologia, trovando quello di suo maggiore interesse.
“L’idea di iscrivermi al corso di ingegneria meccanica al Politecnico di Milano è nata dopo l’esperienza di stage in Maxfone”, ha dichiarato Giovanni, rimarcando quanto sia stato importante per lui uscire dalla teoria ed entrare nel pratico di ciò che stava studiando.
In azienda il giovane studente ha trovato un’ambiente dinamico di confronto e dialogo che gli ha permesso di familiarizzare con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Le dinamiche di ufficio e di comprensione dei vari ruoli gli hanno poi consentito di imparare cosa significhi convivere con i dati.
“Il passo tra la teoria e la pratica mi ha fatto acquisire maggiore consapevolezza di ciò che riguarda l’universo IoT. Fare esperienza è stato utile per approfondire aspetti dell’innovazione digitale che non avevo ancora considerato prima, rivolgendo il mio interesse verso l’industria”, ha rimarcato Giovanni, precisando che in Maxfone aveva lavorato nell’ambito marketing e comunicazione.
Le sue mansioni in azienda hanno riguardato dapprima la stesura di case study e in un secondo momento il coinvolgimento sul lavoro nei database con la ricerca contatti. Ed è stato in questo frangente che Giovanni ha iniziato a provare un forte interesse verso la Big Data Analysis: “grazie a Maxfone ho avuto modo di sperimentare il ramo più industriale della tecnologia e ne sono rimasto così affascinato da decidere di costruire il mio futuro formativo proprio intorno a questo ramo”.
Alla domanda su quale idea si sia fatto dell’Intelligenza Artificiale, il giovane risponde con convinzione: “se per buona parte del percorso scolastico alle superiori ci si concentra sulle spiegazioni dei concetti in via teorica, fornendo una panoramica sugli argomenti generalizzata e mai completa, l’esperienza in Maxfone mi ha aiutato a capire cos’è davvero l’IA, a non temerla, ovvero a considerarla non come una nemica che sostituisce l’uomo nei lavori, ma come un’alleata su cui fare affidamento”.
La formazione diventa, quindi, l’occasione per interiorizzare nuove consapevolezze, per gestire pregiudizi fondati sulla non conoscenza e per aprirsi a una visione più ampia su ambiti inesplorati.
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