Grazie al continuo susseguirsi di piccole e grandi scoperte scientifiche, nel corso del tempo diventa inevitabile uno sviluppo tecnologico più o meno parallelo, che modifica alla radice modelli di business e processi di produzione in ogni area produttiva e di servizi alle imprese e alle persone.

Tali mutamenti producono nuova cultura, beni e servizi sempre più sofisticati e avanzati che gradualmente raggiungono più ampie fasce di mercato. L’offerta crea prima nuovi desideri, successivamente nuovi bisogni. In tal modo, pian piano, cambiano ritmi, stili di vita, relazioni, abitudini personali, familiari e sociali.

Migliorando la qualità e l’offerta di beni e servizi, cambia anche il rapporto che abbiamo con la gestione del tempo e delle cose da fare. Muta il valore di ciò che ci circonda, cambiano pelle anche i valori delle cose, della visione della vita e del modo di percepire se stessi e le relazioni con altri.

Se le nostre abitudini e il nostro stato di comfort e benessere sono più potenti di sensibilità, flessibilità, attitudine all’ascolto e all’apertura mentale verso i mutamenti della realtà, allora subiamo la storia con una folla di emozioni che maturano nel terreno delle paure inconsce.

In ogni modo, ci piaccia o meno, tutti chi prima chi dopo, ci tocca svegliarci dal sonno. Se ora, ad un tratto, si dovesse scoprire che il mondo è un altro, ci si renderebbe presto conto che questo mondo non è fatto per chi si illude che nel bene e nel male tutto sia eterno. In tal caso, è alta la probabilità che il terreno delle paure inconsce alimenti le emozioni in modo non proprio gentile.

Così oggi si invecchia rapidamente, in un’epoca che vede invece la vita prolungarsi proprio grazie a quelle scoperte scientifiche e a quelle innovazioni tecnologiche che permettono anche alla medicina di far sentir eterno giovane chi invece un tempo sarebbe morto da tempo. La vita si allunga per pigri di mente e non.

Solo chi cresce e si collega alla storia del presente davvero potrebbe invecchiare con calma e bene, tenendo mente sveglia e cuore aperto al mondo, vivendo emozioni di un bimbo che vede ogni cosa per la prima volta. Ma senza l’esaltazione della ricerca dell’equilibrio, anche qui non tutto è così semplice.

Quando si è solo eterni bimbi stupiti da ogni cosa, assorbiti dall’entusiasmo dei propri film mentali della propria singola vita, difficilmente si ha poi tempo e voglia di pensare anche, sia alle future generazioni, sia al fatto che siamo solo cellule vaganti con un tempo finito. Difficilmente si tiene quindi conto di essere presenti in un pianeta che senza di noi, sarebbe più bello e starebbe certamente anche meglio.

Quando si è solo bimbi aperti e pronti a vedere con meraviglia ogni cosa, è facile chiudersi in se stessi e nel proprio benessere pensando di essere fortunati, appagati e soli al mondo insieme solo a chi ci sta bene e che condivide i nostri medesimi stili di vita e modi di pensare.

Solo quando i mutamenti creano visibili conseguenze macro e micro economiche, qualcuno da qualche parte inizia a porsi più o meno qualche quesito. Mass media e politici, a questo punto, non sempre con una chiara visione, in qualche modo si sforzano di capire come creare nuovi consensi e guidarli in modo più o meno rozzo o sofisticato che sia.

Scienza e tecnologie, da tempo creano nella società realtà parallele. Sempre di più, ognuno vede nel mondo ciò che vuole. In molti, inconsapevoli di leggere solo ciò che li rispecchia e ciò che vogliono vedere e sentire, si perdono in labirinti mentali ed emotivi. La mente di ognuno crea illusioni e dubbie intuizioni. Se non si sa ascoltare e non si sa più comunicare con onestà, si disgrega facilmente ogni forma di comunità.

Chi sa innovarsi imprenditorialmente, politicamente e professionalmente a tempo debito, acquisisce vantaggi competitivi, consolida i mercati acquisiti e ne conquista di nuovi. Chi invece si lascia andare più o meno pigramente alla gestione corrente delle proprie cose della vita, della mente e del cuore, accompagnato dalle sue abitudini che sempre più si consolidano nel tempo, un bel giorno si sente inspiegabilmente vecchio.

Questo processo continuo dell’umanità, non è mai nato e mai nasce o nascerà in un momento zero. Tutto è un continuo divenire. Tutto segue un andamento lento, eterno, graduale. Tutto è un continuo susseguirsi di piccolissimi, infinitesimi attimi ricchi di eventi, ognuno che esprime tutti qualcosa di nuovo che inizia da qualche parte del mondo e che rapidamente raggiunge “via etere” in qualche modo ogni angolo della terra.

Il processo appare talvolta imperscrutabile ad un’attenzione grossolana. Mai insensibili ai piccoli segnali, però, sono gli scienziati di ogni ordine e grado e gli artisti di ogni forma espressiva. Filosofie e fedi di ogni cultura, monitorano osservando dall’alto il tutto, ed in qualche modo danno suggerimenti più o meno discutibili o saggi alle menti più fini di statisti (non politici) e studiosi sociali ed economici di varie discipline.

Solo arte, intelligenze interconnesse con le onde del tempo, animi nobili, scienza e amore per la vita e per questo pianeta aiutano a non perdere l’attimo fuggente. L’essere invece dediti al godimento fine a se stesso dei beni che continuamente nascono, fa diventare dei semplici consumatori desiderosi di novità dal mercato.

Il progresso tecnologico è un processo che imita la natura di un seme che ad un tratto ti mostra un fiore. Il fiore che meglio rappresenta le conseguenze della scienza e del progresso umano è una rosa, di qualsiasi colore, che dal buio della terra si presenta un bel giorno all’uomo con tutte le sue spine.

Se una persona non ha mai partecipato a questo processo a tempo debito, se è presa da sé stessa, se tutto il mondo gira intorno ad essa, allora è solo un semplice consumatore che deve lavorare duro per consumare ciò che desidera senza un perché, e che può o meno capire il valore delle cose, la loro simbologia e i loro significati.

Chi sa apprezzare meglio gioie e dolori della rosa è solo chi conosce il potere del seme, della terra e delle cause e condizioni che necessitano per far diventare altro quel seme.

In molti vedono ad un tratto solo una rosa, qualcuno si concentra sulle spine, qualcuno la vive come oggetto di lucro nel mercato delle emozioni, altri ancora, la vedono solo dal fioraio e la acquistano o per la sua bellezza, o per il suo significato culturale, o per dimostrare qualcosa a qualcuno, oppure infine, la regala per gioia, o amore o … per simulare altre intenzioni.

Quando le tecnologie diventano consumo di massa, man mano condizionano a macchia d’olio sempre più ampi spazi sociali portando vantaggi concreti, comodità e benessere diffuso. Si innesca in tal modo, nelle diverse culture di ogni società, un ciclo economico produttivo virtuoso. Ma nel contempo si addormenta qualcosa che ha a che vedere col potenziale umano della maggioranza della gente. Non di rado ci si dimentica della coscienza e del fatto che siamo passeggeri su questa terra.

Le masse gradualmente iniziano a godere dei vantaggi del miglioramento della vivibilità e delle comodità che le tecnologie di consumo portano. In tal modo migliora, più o meno, non solo apparentemente, il benessere generalizzato di una parte del mondo. Indipendentemente dalla tua età cronologica, sei un vecchio se non vivi con disinvoltura i continui nuovi corsi. Sei invece in un altro mondo, se guardi con nostalgia al passato.

La rosa con le sue spine, dopo esser nata e sbocciata, inizia a morire quando viene strappata e poi inizia ad essere confezionata, interpretata e venduta in diversi modi e con una moltitudine di fini. Ogni nuova rosa che nasce rappresenta un nuovo bene, simbolo o servizio che seduce acquirenti ed utilizzatori. Per ogni rosa secca da buttare c’è una nuova che si presenta con un suo nuovo ciclo di vita e valori.

Il restyling è una cosa che l’uomo si inventa o quando non ha nulla da dire in qualche arco di tempo, o perché non vuole accettare che il tempo ha le sue leggi, i suoi ritmi, significati e poteri. Quanto tempo dura la vita di una rosa? Poco. Ecco perché quindi tutti i consumatori, per far bella figura in giro, vogliono sempre rose nuove sul mercato. Ma cosa comporta produrre costantemente rose? Vedremo meglio alla fine del post.

Analizzando il web, considerando le analisi che possono dare gli analytics dei Big Data non visti solo con gli occhi dell’uomo marketing che aiuta l’economia in qualche modo a crescere, cosa legge e cosa pensa che si possa approfondire per comprendere meglio le regole strutturali che accadono nelle diverse culture?

Per esempio, se gli economisti studiassero con i matematici un algoritmo capace di elaborare tutte le correlazioni economiche possibili ed esistenti nel mondo web, non è probabile che nuovi modelli e nuovi indicatori potrebbero dare una svolta diversa alle sorti dell’umanità?

Intanto, molte sono le università e gli studiosi di economia che tale approccio lo stanno avviando su alcuni temi. Tuttavia, una cosa è certa, in tanti finanziano queste ricerche con una finalità di utilizzo che vede il web più per controllare la società. Ma queste sono sciocchezze, ahimè.

Dai dati del web si capisce già quali siano gli andamenti della distribuzione della ricchezza, quali valori si privilegino, cosa si intenda per realizzazione del Sé e benessere comune. Ma tanto si può anche riflettere sulla meritocrazia e le sue mille, talvolta invisibili, sfumature. Vedere questa come unica leva è pericoloso.

I cambiamenti avvenuti in Cina alla fine degli anni settanta hanno portato questo Paese a liberarsi con mille difficoltà dalla povertà. Oggi non regna di certo il paradiso, chiaramente, ma più gente di quanto sia mai stato fatto in qualsiasi altro Paese e in qualsiasi altra epoca, ha di fatto migliorato le sue condizioni di vita.

La Cina, inoltre, è diventata il centro mondiale della produzione di quasi ogni bene, in particolare di tipo tecnologico. È difficile immaginare qualcosa che non sia stato fabbricato in quei luoghi. Ripeto, la Cina non è assolutamente un paradiso, ma non si può ignorare quanto sia accaduto. Ma c’è più di un “ma”.

Nella Cina del 2019, la polizia sta indossando occhiali da sole dotati di tecnologia di riconoscimento facciale utile per catturare criminali. Secondo le autorità, i dispositivi hanno già aiutato a fermare sette ricercati legati a casi criminali importanti e 26 persone che viaggiavano sotto false generalità.

Le autorità di Macao (regione amministrativa con un governo separato da Pechino), hanno installato il riconoscimento facciale su 680 bancomat della città. Un fast food americano, KFC, ad Hangzhou, consente al cliente di pagare gli ordini con il proprio volto attraverso una scansione facciale dopo aver fatto l’ordine di ciò che desidera mangiare. Ma in Occidente siamo tanto diversi e così puri?

La più grande rete di social media della Cina, WeChat, è pronta a lanciare carte d’identità in collaborazione con il ministero della Pubblica Sicurezza cinese, che sarà riconosciuto come identificazione ufficiale dallo stato. Pare che in ogni dove la concentrazione di capitali e mezzi in poche mani sia sempre un problema.

La Cina (ma non solo) starebbe anche lavorando sulla costruzione di un database di riconoscimento facciale che conterrà informazioni su tutti i suoi 1,3 miliardi di cittadini. Sta pensando ai vantaggi della tecnologia e tanto altro ancora sta sperimentando, senza dubbio anche nel delicato settore della genetica.

Un dato da non sottovalutare è che i cinesi accolgono con favore queste soluzioni, vedendo in esse sicurezza e strade più sicure. Un modello che potrebbe costituire un precedente e che potrebbe poi essere gradualmente replicato altrove? Se uniamo i desideri dei grandi capitali e i possibili “Stati modello”, cosa accade? E cosa potrebbe accadere invece nel rinnegare e rifiutare ciecamente i benefici di tutto ciò?

In Cina siamo già al punto che solo chi merita potrà accedere a servizi sanitari e simili. Tutto si basa su un punteggio che ogni cittadino cinese accumula su una card attraverso determinate operazioni e comportamenti sociali. Ma le nostre banche e i giochi della grande finanza, come si stanno organizzando per il nostro bene? Mi limito ai fatti che chiunque può rintracciare nel web.

Avendo sempre fiducia nel futuro dell’umanità e nella sua capacità di saper trovare nuovi equilibri. Senza gettare via il bambino con l’acqua sporca del concetto di meritocrazia e di benessere, in sintesi, chi merita cosa e perché, chi lo stabilisce, come, quando e attraverso quali criteri? In quale quadro economico sociale?

di Franco Ciardiello

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Ciardiello Franco. Sociologo, esperto in big data, analisi e dinamiche sociorelazionali dell’ecosistema aziendale. Collabora, con strutture specializzate nel monitoraggio e analisi di big data per analisi verticali su brand o prodotti per aiutare a creare efficaci strategie di comunicazione volte ad aumentare la visibilità e i livelli di engagement; aiuta imprenditori, manager e professionisti a  creare strategie commerciali e supporto alle organizzazioni di reti vendite; valorizza il potenziale umano per realizzare progetti condivisi; ponendo cura su attenzione e responsabilità, flussi di comunicazione interna, funzioni, deleghe e poteri per ogni ruolo.