Si parla tanto di comunicazione e poco di cosa si ha da dire e di cosa la comunicazione stia comportando nelle nostre vite. Propongo un viaggio nel mondo dei giochi tra mente, comportamenti sociali e web. Cosa scopriamo? Vediamo innanzitutto che avere migliaia di amici virtuali, vantarsene e poterlo dimostrare, fa sentire vivi. Sapere inoltre che hai sottomano tutto il sapere quando ti serve, anche ciò dà sicurezza.

Questo nuovo mondo della comunicazione, da un lato permette a tutti di aprirsi al mondo, da un altro lato, fa sentire importanti anche persone mediocri e superficiali che su tutto pensano di poter dire la loro. Talvolta navigare in internet senza consapevolezza dell’importanza che ha il tempo nella vita porta ad imbrigliarsi nella rete intricata delle emozioni e in quella dei giochi della mente. Così facendo, Dio solo sa in che modo da soli davanti ad un monitor si percepisce il mondo attraverso la rete web, e di conseguenza ancor meno si sa delle cognizioni valide che muoveranno l’agire che di fatto si utilizzerà poi nella rete delle relazioni reali.

Le quattro reti (emozioni, mente, web e vita reale) dialogano tra loro, ma non sempre con la giusta attenzione e riflessione sui contenuti acquisiti. La cosa più delicata di tutto questo poi, è che noi non sappiamo neppure come usiamo questo tempo. La rete web sa invece di ognuno come naviga e quanto tempo resti su qualcosa piuttosto che su un’altra, conservando tutto nella sua elefantiaca memoria.

Il web, tra l’altro, porta anche ad avere un forte desiderio di volere amici e seguaci virtuali: anche questo ha aperto un nuovo mondo. In una società dove si vive in più realtà parallele, chi non appartiene al mondo virtuale ma con questi convive, che rapporto ha col mondo reale sempre più condizionato dal virtuale?

Visioni politiche a parte, ci piaccia o meno, da tempo funzioniamo come chip produttori di dati. Volendo, possiamo donare organi e sangue consapevolmente, ma come volontari inconsapevoli, doniamo ignari ogni emozione e dato comportamentale. Il tutto serve anche per far migliorare produzione di beni e servizi, logistica e comunicazione di un’unica nazione chiamata pianeta terra.

Un domani, gli storici dovranno saper essere anche matematici e non solo? Tutti coloro che si sentono parte della classe dirigente, del mondo della finanza e di quello politico, stanno lottando per capire come meglio muoversi. Chi ha potere ha paura di perdere qualcosa, sospettoso arranca e fa in modo che tutto cambi con il fine di non cambiare nulla; chi potere non ne ha ma intuisce bene e male che possono nascere dai semi della nuova Era, più o meno turbato non sa che fare mentre la nave va. E poi abbiamo la stragrande maggioranza, più o meno in tutte altre faccende affaccendata per sopravvivere, che brancolando nel buio, corre incosciente in un labirinto.

Quanti conoscono ad esempio l’obiettivo di Zuckerberg, proprietario di Facebook? Bene, lo riporto: il suo obiettivo ultimo è quello di “aiutare un miliardo di persone a unirsi in comunità significative.” Nobile lo scopo che si pone un imprenditore per il bene dell’umanità vero? … conoscete Six Seconds? (guardate su internet chi sono) Sapete quale obiettivo si pongono? “Stiamo lavorando affinché un miliardo di persone allenino la loro intelligenza emotiva”. In entrambi i casi, qualcuno sa che può raggiungere un miliardo di persone per uno scopo più o meno nobile. Ma il miliardo di persone ha una coscienza di ciò?

Non solo. Sapete che il cybercrime è fuori controllo? Nel 2017 ha colpito oltre un miliardo di persone nel mondo, con danni globali per oltre 500 miliardi di dollari. I costi della “insicurezza informatica” hanno fatto “un salto quantico”, quintuplicando in sei anni. Sono i dati del Rapporto Clusit 2018 presentato a Milano. Fonte ANSA. Intanto la FAO denuncia che esistono circa un miliardo di persone che soffrono la fame e che un altro miliardo sono già senza acqua. Si otterranno queste info chiedendo a Google.

Comunque sia, mai disperare, grazie al web, sono tanti anche gli amori combinati da intriganti algoritmi. Possiamo quindi essere tranquilli nelle vecchie e nuove forme di solitudini e relazioni più o meno virtuali, basta un Wi-Fi e ci si riempie la vita. Se non si sa poi elaborare la ridondanza di informazioni di ogni genere e se non si sa come selezionare fonti vere da false… pazienza. La scuola è intanto in tutte altre faccende affaccendata e del resto, anche gli insegnanti sono figli di questa epoca. No problem. Non tutto è negativo.

Il mondo web siamo noi, non c’è un cattivo che ci vuole del male. Se sai costruire una narrazione della tua esistenza e sai usare un linguaggio giusto nel variegato mondo web, puoi far bingo proprio nella vita reale. In un mondo dove il concetto di lavoro non è più quello condiviso fino a pochi fa, oggi, se sai organizzarti, se vivi in pieno immerso in una realtà parallela, puoi anche far soldi essendo un influencer, uno youtuber, o un blogger. Questo cosa comporta riguardo le info, le emozioni e le attenzioni che facciamo girare gratis e volontariamente per seguire o essere seguiti? Comunque sia, avanti tutta. Vediamo altre idee nate dal web.

Si può far soldi restando a casa, e persino il mondo della finanza promette nuovi ricchi. Esiste anche già un’economia parallela da Bit Coin & C. Persino i soldi veri della vita di sempre già di fatto sono virtuali e sempre più nel tempo orientati ad essere intangibili. Guai a te se non sai gestire i numeri! Basta un nulla e su un acquisto reale che fai in un posto reale della vita reale, una carta bancomat o di credito ti dice che non è più possibile soddisfare le tue voglie. Si, forse hai esagerato nell’usarla, chissà, forse confondendo desideri con bisogni nella vita reale, ti sei lasciato assorbire troppo dal tuo mondo interiore troppo virtuale.

Un tempo (solo qualche anno fa) quando chiedevi ad un bambino intorno ai 10 anni cosa volesse fare da grande, ognuno di questi pargoli ne inventava una e ispirava sempre tanta tenerezza quando poi lo guardavi negli occhi. Oggi quando poni quella fatidica domanda potresti restare sbigottito. Se non appartieni alla rete, stai pur sicuro che non puoi conoscere i nuovi sogni delle future generazioni. Provare per credere!

Con equilibrio, come da sempre nella storia dell’umanità, bisogna assolutamente fin dalla tenera età insegnare il significato di coscienza, consapevolezza, responsabilità e attenzione. Con lucidità e competenza specifica e specialistica, bisogna poi tenersi informati e aggiornati (senza inutile malumore associato a sorda o stizzosa irritazione) anche sul funzionamento della nostra intelligenza emotiva, che deve imparare a relazionarsi sempre di più sia con le macchine, sia con il resto dell’umanità.


Cosa c’entrano i Big data in tutto questo discorso? Ricordiamolo in sintesi cosa sono: essi sono la raccolta e l’analisi di grandissimi set di dati strutturati. Arrivano da ogni genere di fonte e possono essere di ogni tipo. Provengono da carte di credito, telefoni, navigazione internet, videogames, dall’utilizzo dei siti, da richieste di info e da acquisti via web, arrivano dalla sanità e dai percorsi che facciamo teleguidati dai navigatori.


Da sempre i centri di potere e decisionali hanno raccolto i dati di questo tipo. La differenza fino ad ieri e da oggi in poi? Ora vi è la capacità di utilizzare questa enorme massa di informazioni per meglio elaborare e successivamente creare modelli di comportamento o pattern prestabiliti da utilizzare in diversi modi. In che modo, possiamo tutti essere parte attiva di un web e un mondo reale migliore?

di Franco Ciardiello

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Ciardiello Franco. Sociologo, esperto in big data, analisi e dinamiche sociorelazionali dell’ecosistema aziendale. Collabora, con strutture specializzate nel monitoraggio e analisi di big data per analisi verticali su brand o prodotti per aiutare a creare efficaci strategie di comunicazione volte ad aumentare la visibilità e i livelli di engagement; aiuta imprenditori, manager e professionisti a  creare strategie commerciali e supporto alle organizzazioni di reti vendite; valorizza il potenziale umano per realizzare progetti condivisi; ponendo cura su attenzione e responsabilità, flussi di comunicazione interna, funzioni, deleghe e poteri per ogni ruolo.